sabato 26 agosto 2006

L'occasione fa lo scienziato ladro

Sto leggendo un libro che la mia amica Irene Bianchi mi ha regalato qualche anno fa e che ho ri-preso in mano solo adesso. Si chiama "Le bugie della scienza" di Federico Di Trocchio. Il libro è l'analisi di decine e decine di casi di truffe scientifiche. Gli scienziati e i ricercatori, per motivi diversi, barano, truccano e imbrogliano. La sequenza è impressionante: dati falsificati o inventati, esperimenti truccati o addirittura mai eseguiti, falsificazioni, invenzioni, persino autori di articoli scientifici mai esistiti (nomi inventati da un autore per mostrare di avere lavorato insieme ad altri); ce n'è per tutti i gusti!
La cosa che mi colpisce di più non è tanto la faccia tosta di queste persone quanto la facilità con cui è facile imbrogliare, nella ricerca. E' una cosa che mi ronza in testa da tanto e ne ho parlato spesso anche con altri colleghi. Nel chiuso di un laboratorio, nell'isolamento di una ricerca sul campo, non ci sono "controlli" ed è facilissimo spingere una ricerca verso la direzione voluta, a volte magari anche in totale buona fede. Gli articoli pubblicati su riviste scientifiche hanno di solito l'unico filtro dei referee, cioè normalmente due ricercatori (specializzati nello stesso ambito di ricerca, e che resteranno anonimi all'autore dell'articolo stesso) a cui viene inviata la bozza di un articolo da correggere e rivedere. Punto. Se le condizioni in cui è stato eseguito l'esperimento o la ricerca non sono proprio del tutto ortodosse, se i dati presentati sono un po' "drogati" (basta per esempio togliere quelli che non corrispondono alle attese...), chi potrà mai saperlo?
Allora credo che il primo requisito di un bravo scienziato, prima ancora della passione, della curiosità, dell'intuito, dell'intelligenza, della rigorosità, sia... l'onestà. Non mentire e non barare con se stessi prima di tutto. L'occasione fa l'uomo ladro ma la persona onesta non ne approfitta. E io spero che la prossima volta che leggerò un articolo scientifico... non mi ritroverò a chiedermi "ma sarà tutto vero?".

giovedì 17 agosto 2006

Riflessioni: il post di Estefania

E' agosto, e mentre per noi è un mese di lavoro come e più degli altri, molta gente è in vacanza, e lo vedo anche dai contatti al blog, che dopo i picchi dei mesi scorsi, ora vanno a rilento. Così in questo clima rilassato mi permetto di parlare del blog stesso, cioè mi parlo addosso...
In questo blog c'è un post che vive di vita propria e che è sfuggito anche al suo "creatore", cioè io. Il post si chiama "Riflessioni: passioni", l'ho pubblicato il 15 gennaio 2006 riportando semplicemente una mail di una studentessa, Estefania appunto, che mi aveva colpito particolarmente (ricevo molte mail da studenti). Evidentemente quello che ha suscitato il mio interesse nel messaggio di Estefania ha colpito anche molti altri. E così quel post ha cominciato a vivere di vita propria ed è diventato una specie di forum che ha, a tutt'oggi, superato i 200 commenti. Io stesso ne avevo pronosticato la fine qualche mese fa ma, niente, va avanti imperterrito e... vive, appunto. Mi piace questa cosa, mi diverte vedere che qualcosa che ho fatto nascere adesso sta in piedi da solo e molta gente viene a leggerlo e partecipa; e anche se gli altri post sono meno commentati forse anche "per colpa" di questo, va bene. Andiamo, anzi andate, avanti!
A proposito, molti continuano a volere dare un volto alla ormai mitica Estefania, e visto che lei in questo periodo è proprio qua alla Fondazione Cetacea per un periodo di volontariato, posso finalmente, e col suo permesso, mostrare la sua foto! (E' la prima da sinistra)

sabato 5 agosto 2006

Riflessioni: soddisfazioni

Vi ho già parlato del progetto Adria-Watch, in un altro post. Ho lavorato quasi un anno per preparare questo progetto: scriverlo, aggiustarlo, limarlo, adattarlo al budget. Poi l'abbiamo "messo in gara" per partecipare al bando di fondi europei Interreg IIIA: ed è già stata una grande soddisfazione. Dopo qualche mese, mentre ero in Svezia per un convegno sui Cetacei, mi è arivato un sms: il progetto era passato! Vittoria. A settembre del 2004 Adria-Watch è partito, e dalla Provincia di Rimini, capofila del progetto, sono stato nominato Direttore Scientifico. Altra grande soddisfazione.
Il progetto è andato avanti, e ha continuato a darmi tanto lavoro e tante gratificazioni, abbattimenti e vittorie. Ho conosciuto colleghi coi quali si sono instaurati rapporti che andranno oltre la fine di Adria-Watch, come la slovena Darja Ribaric.
Ora Adria-Watch si sta avviando alla conclusione con alcune attività finali, veramente ad effetto. Una di queste è una cosa che sogno di fare sin da quando ho cominciato questo lavoro.
In questi giorni vengono rilasciate in mare cinque tartarughe marine, tutte con un trasmettitore satellitare sul dorso, che permetterà di seguirne costantemente la posizione in mare. Abbiamo cominciato noi rilasciando la tartaruga Liberty al largo di Rimini (potete seguire i suoi movimenti on-line, qui - selezionate "I Accept" e cliccate sul tasto Submit), seguiranno gli altri partner di progetto, con rilasci da Porto Garibaldi, Numana, Slovenia e Croazia.
La liberazione di Liberty è stata un evento, con la partecipazione di ben 6 imbarcazioni, di cui una con 200 persone a bordo, compresi tanti bambini. Tra l'altro la maestra che accompagnava questi bimbi ha anche dedicato una pagina web a Liberty con tanto di photogallery e video!!
Una bella giornata, un grande evento, che meritava un tuffo liberatorio!

martedì 1 agosto 2006

News: gli effetti collaterali della guerra

In Libano ci sono diversi siti di deposizione di Tartaruga comune e Tartaruga verde. I più importanti di essi si trovano a sud, un'area che è ora uno dei punti in cui maggiormente infuria la guerra. Il villaggio di Abbassiye, che è uno dei più maggiori siti per la nidificazione delle tartarughe marine, è stato bombardato.
Il 13 e il 15 luglio la centrale elettrica di Jieh che si trova sulla costa, circa 30 km a sud di Beirut è stata colpita dalle bombe israeliane. Una parte dei container contenenti nafta (carburante per la centrale) hanno preso fuoco (e il fumo sta inquinando l'aria), gli altri hanno riversato il loro contenuto nelle acque del Mediterraneo. Secondo il Ministero dell'Ambiente libanese già 10.000 tonnellate di carburante sono state riversate sulle coste libanesi, e altre 15.000 ne arriveranno. A cauda dei venti e delle correnti "favorevoli" una parte di questo materiale è stato disperso in mare e una parte ha raggiunto le coste. Al momento 70-80 km di coste rocciose e sabbiose sono state colpite dalla marea nera, compreso alcuni porti di pescatori e strutture turistiche della regione del Damour.
Il ministro ha illustrato così la gravità della situazione: "La marea nera è della stessa entità di quella della petroliera Erika che colpì le coste francesi e spagnole qualche anno fa"
Trovate alcune foto di questo disastro ambientale - che passa comunque in secondo piano rispetto alle morte di civili, soprattutto bambini, che vengono riportate ogni giorno - nel sito internet del Ministero dell'Ambiente libanese.