lunedì 24 agosto 2009

Dateci una tregua

Non si ferma il fenomeno delle piccole tartarughe fortemente debilitate che continuano ad arrivare sulle nostre spiagge. E’ una specie di incubo di cui non si vede la fine. Fondazione Cetacea ha recuperato fino ad oggi 52 esemplari. Tre solo ieri, due oggi.
La nostra collega Carola Vallini di Archè che lavora sui lidi ferraresi è arrivata a 14 esemplari e sappiamo che molti ne arrivano anche in Veneto.
Il nostro Ospedale lavora a pieno regime da oltre un mese e mezzo, senza interruzioni, senza sabati o domeniche. E’ un emergenza vera e propria, ma le tv non ne vogliono parlare. E’ agosto, il mese dei turisti e dei bagni in mare e evidentemente niente deve turbare l’industria delle vacanze.
La settimana scorsa abbiamo mandato un telegramma chiedendo aiuto e collaborazione a questi enti:
– Ministero dell’Ambiente
– Ministero delle Risorse Agricole e della pesca
– Comando generale delle Capitanerie di Porto
– Regione Marche
– Regione Emilia-Romagna
– Provincia di Ravenna
– Provincia di Forlì-Cesena
– Provincia di Rimini
– Provincia di Pesaro-Urbino
– Comune di Ravenna
Al momento ci hanno risposto solo il Comando Generale delle Capitanerie di Porto dal quale abbiamo avuto massima disponibilità a collaborare (ma la collaborazione con le Capitanerie funziona già alla grande) e la Provincia di Pesaro-Urbino, con cui abbiamo a breve un incontro. Per il resto, per ora, silenzio.
Abbiamo avuto la disponibilità e la collaborazione dell’Università di Bologna (Annalisa Zaccaroni) e del Centro Ricerche Marine di Cesenatico (Attilio Rinaldi), con cui abbiamo iniziato delle analisi su diversi fronti mentre il nostro veterinario Giordano Nardini prosegue con il lavoro di indagine diagnostica.
Noi ce la stiamo mettendo tutta, ma il centro è strapieno e le spese e le ore di lavoro salgono e salgono. Dobbiamo dire grazie ai nostri volontari che lavorano qui al centro, e anche a quelli che soprattutto lassù nel ravennate corrono di qua e di là a recuperare tartarughe.
Vogliamo una tregua, abbiamo bisogno di una tregua.

lunedì 17 agosto 2009

L'incubo riparte

Ci eravamo illusi. Giovedì e venerdì scorso non sono arrivate tartarughe, e già sognavamo la fine dell'incubo. Non è così. Sabato il giorno di ferragosto ecco due nuove tartarughine, una da Ravenna e una da Gabicce. Poi ieri un disastro, altre cinque. E oggi, altre otto da andare a recuperare. Siamo a 42 animali in un mese. Una tragedia, per loro, e un'emergenza senza fine per noi. Ne hanno parlato i giornali, ma le televisioni si sono fatte di nebbia. La cosa non interessa, evidentemente. Fossero state morte, forse, ma vive... meglio parlare di culi e gossip.

mercoledì 12 agosto 2009

In ginocchio

Continuano ad arrivare. Le tartarughe di cui parlavo nei due post precedenti, continuano ad arrivare, ogni giorno. Il fenomeno non si ferma. Siamo in ginocchio sia per la stanchezza, sia per la mancanza di spazio, sia per pregare che si fermi.
Ne sono arrivate 25 in 20 giorni. 14 solo nell'ultima settimana. Quattro lunedì, una ieri, due oggi (per ora). Sappiamo cosa fare, ma non sappiamo le cause del fenomeno. Ho informato la comunità scientifica mondiale, e ho avuto risposte e contatti da Spagna, Stati Uniti, Australia e non mi ricordo più chi altro. La risposta è sempre quella, "il fenomeno è noto ma non si conoscono le cause, le nostre tartarughe erano tutte più grandi delle vostre".
Abbiamo fatto analisi del sangue a tutte e quasi sicuramente faremo l'analisi del DNA.
Tre o quattro stanno molto male e ieri sono andate via alla clinica del nostro veterinario Giordano Nardini, le altre si riprendono, e quelle arrivate a metà luglio stanno già bene.
Abbiamo bisogno di aiuto. Principalmente economico, andate qui se potete e volete darci una mano. Inoltre, ci servono persone che abitano a Ravenna, Cervia, Cesenatico, Pesaro, Fano, Senigallia e che siano disponibili, in caso di ritrovamento di tartarughe ad andare sul posto, recuperarle, e portarcele a Riccione. Se volete, mandatemi una mail a: ambientemare[at]fondazionecetacea.org ([at] sta per chiocciolina).
Nella tabella sopra e qui sotto, l'andamento dei ritrovamenti. Siamo nel picco massimo.


Intanto domani, tre pazienti tornano in mare: sono Rutger, operata il 6 giugno per la rimozione di un grosso amo in gola, Regina, pescata da una rete a strascico, e Sandro una delle piccole ora ristabilita. Tartarughe che vanno, tartarughe che vengono. Se volete venire a salutarle il ritrovo è alle 15 presso il nostro centro Adria (all'altezza del bagno 44 a Riccione).

venerdì 7 agosto 2009

Tartarughe debilitate: aggiornamento

Purtoppo sono costretto ad aggiornare la situazione della piccole tartarughe colpite da forte debilitazione, di cui parlavo tre giorni fa. Il fenomeno non è affatto finito, anzi. Martedì elencavo 10 animali, di cui 9 ancora in vita. Beh in soli tre giorni il conto è arrivato a 14 esemplari, di cui tredici ricoverati nelle nostre strutture, che al momento sono in forte difficoltà, se non altro per problemi di spazio.
Abbiamo informato la comunità scientifica di quello che sta accadendo, e domani ci sarà una conferenza stampa qui in Fondazione. Abbiamo saputo che al centro di recupero di Pola, in Croazia, hanno due casi simili, e un altro è capitato ai colleghi di Archè, nel ferrarese.
Stiamo analizzando il fenomeno, pur brancolando nel buio, allo stato attuale. Qui sotto la tabella dei ritrovamenti (le ultime tre stanno arrivando al centro, e dunque non sono ancora state misurate).

martedì 4 agosto 2009

Piccole tartarughe in difficoltà, in Adriatico

Succede qualcosa alle piccole tartarughe del nord Adriatico. Da un mese a questa parte l’Ospedale delle Tartarughe della Fondazione Cetacea è sottoposto a un duro lavoro. Gli spiaggiamenti di tartarughe in estate, sulle coste del’Adriatico settentrionale, non sono affatto infrequenti. Si tratta molto spesso di carcasse di animali già morti e portati a riva dalle correnti. Di quando in quando una tartaruga ancora viva e in difficoltà viene segnalata, e questa viene poi prontamente recuperata e ricoverata nel centro di Fondazione Cetacea. Routine, più o meno. Ma il fenomeno di questi giorni è diverso.
Il 30 giugno a Numana (AN) è stata trovata una piccola tartaruga di soli 25 cm di lunghezza del carapace. Era molto debilitata, magrissima e soprattutto completamente ricoperta di balani. I balani, o denti di cane, sono dei Crostacei dalla conchiglia bianca e durissima, che vivono attaccati a substrati mobili, come appunto il guscio delle tartarughe. E’ normalissimo trovare balani sul guscio delle tartarughe, ma quando queste stanno male e si muovono poco, i balani possono moltiplicarsi e espandersi anche alla pelle delle zampe, del collo, del testa, ovunque insomma. Era proprio il caso della piccola tartaruga di Numana.
Due settimane dopo, il 15 luglio, a Ravenna, ecco il secondo caso: anche questa piccolissima, solo 23 cm, e anche questa completamente coperta di balani. Non solo: parte del carapace aveva sviluppato anche molte alghe, e c’erano pure delle piccole cozze che vi crescevano sopra. Lo stesso giorno, ancora nei pressi di Ravenna, un altro esemplare con le stesse caratteristiche, ma questa volta purtroppo già morto.
Da qui ecco il crescendo: il 17 luglio una piccolina a Fano, poi il 23 e il 24 due esemplari, uno a Cattolica e una a Cervia. Il 28 un altro ancora, a Milano Marittima. Per finire, ecco il primo weekend di agosto: il 1 altre due tartarughine in grossa difficoltà, una a Ravenna e una a Cervia. Il giorno dopo, domenica, è la volta di Rimini, con una piccoletta di soli 19 cm di carapace.
Un totale di ben 10 animali, di cui nove ancora vivi e ricoverati al Centro di Cetacea, a Riccione. Tutti questi esemplari sono stati trovati spiaggiati oppure in difficoltà in pochi centimetri d’acqua, avvistati da bagnini o bagnanti.
Tutte le pazienti sono simili, molto piccole e talmente incrostate di balani da averne anche sugli occhi e persino sulla lingua. Alcune poi mostrano difficoltà di nuoto, perchè la pelle delle zampe è “irrigidita” da questi crostacei. Da notare che la cura di queste piccole sfortunate è di fatto abbastanza semplice e rapida. Prima, due o tre giorni in acqua dolce. In questo modo tutti i balani e gli altri organismi sul corpo muoiono, e pian piano cadono. E’ una trasformazione notevole, ripulite in questo modo le tartarughe passano da un aspetto mostruoso a splendidi esemplari dal carapace screziato e bellissimo. Nel frattempo le tartarughe vengono messe a… dieta ingrassante. Pesce e calamari per ritrovare le energie e la forma.
Quello che non si spiega è che cosa possa causare questi casi. Il fenomeno viene descritto come Debilitated Turtle Syndrome, cioè molto semplicemente la Sindrome delle Tartarughe debilitate. E’ stato individuata e studiata già da diversi anni, per esempio in Florida e in Georgia, negli USA. Fondazione Cetacea ha già contattato ricercatori americani per uno scambio di informazioni. Sebbene però individuata e studiata, non si conoscono le cause di questa sindrome.
Quello che si sa è che normalmente una tartaruga molto debilitata tende a rimanere molto tempo ferma, ed è allora che i balani hanno tempo e modo di espandersi. Ma cosa ha prima debilitato la tartaruga?
E se non fosse così? E se fosse che alcune cause ambientali sconosciute provocano un sviluppo spropositato di balani, che “attaccano” poi le piccole tartarughe, rendendo loro il nuoto difficoltoso, e da qui il profondo stato di spossatezza? Non lo sappiamo, ma nessuna ipotesi è da scartare. Ad esempio il caldo prolungato e intenso di luglio, con temperature sopra la media, può avere influito?
E’ un bell’enigma, di difficile soluzione. Quello che è certo che ora tutte le tartarughine sono in ripresa, nella vasche dell’Ospedale delle Tartarughe, e quella ritrovata a Numana il 30 giugno è già tornata in mare, sempre a Numana, la settimana scorsa. Per le altre, una degenza più o meno lunga, e poi il ritorno alla libertà, da qui a settembre. A loro è andata bene, quante altre là fuori non avranno avuto la loro stessa fortuna?