giovedì 26 febbraio 2009

Una (altra) megattera in Adriatico

Io lo dico sempre che l’Adriatico è il mare delle sorprese. E ogni tanto, inaspettate come le sorprese devono essere, queste arrivano. In questo caso hanno la forma di una megattera (Megaptera novaeangliae).
La notizia è arrivata come una bomba, lunedì 17 febbraio, dapprima sulle liste di discussione via internet, a cui partecipano ricercatori e biologi che si occupano di mammiferi marini, e poi anche sulle agenzie di stampa. Un ente sloveno che si occupa proprio dello studio dei mammiferi marini nelle acque del nord Adriatico, segnalava l’avvistamento, confermato da foto e video, di una megattera nel golfo di Trieste. La cosa eccezionale sta nel fatto che la megattera è una specie che non solo non vive in Adriatico, ma nemmeno in Mediterraneo. Dunque qualunque esemplare si avvisti nelle nostre acque, proviene quanto meno dall’oceano Atlantico.
I ricercatori di Morigenos hanno seguito per diverse ore l’esemplare, sia lunedì 16 che martedì 17, constatando che la balenottera sembra in discrete condizioni, e che nuota e si immerge regolarmente.
Mi sono messo subito in contatto con Tilen Genov, che conosco bene, di Morigenos. Ricordo che la prima megattera mai avvistata in Adriatico fu proprio seguita e fotografata da Cetacea, al largo di Senigallia, nell’agosto del 2002. Quella che nuota nelle acque slovene è dunque la seconda megattera mai avvistata in Adriatico.
Nei giorni successivi ai primi avvistamenti, nonostante gli appelli lanciati su entrambe le coste dalle due istituzioni, l’animale sembrava sparito. C’è da dire però che le condizioni meteo erano in qui giorni quasi proibitive.
Poi nel fine settimana, il nuovo avvistamento. E, da sabato scorso, gli avvistamenti sono regolari, tanto che martedì, una troupe del TG1 è arrivata a Pirano, e ha potuto filmare il grande cetaceo. L'inviato Massimo Magnanelli, non conoscendo l'inglese mi ha chisto di fargli da tramite con Genov. La situazione è stata un po' paradossale con le telefonate che andavano e venivano, fra Roma, Ricicone e la slovenia, ma alla fine è andata bene.
Dalle stesse immagini viste in televisione si nota quale sia ora il maggiore motivo di preoccupazione per lo splendido esemplare: trovandosi più o meno sempre nella stessa zona, da più di una settimana ormai, sempre più barche di curiosi si recano sul posto per vederlo. Il fastidio provocato dall’insistente, e ravvicinata, presenza dei natanti, può creare forte stress in un animale che già trovandosi molto fuori dal suo habitat, di certo non avrebbe bisogno di ulteriore disturbo.
Difficile in questi casi intervenire per fare qualcosa. Le uniche attività possibili sono un continuo monitoraggio dell’animale, e la diffusione del messaggio di allerta, in modo che futuri avvistamenti possano dare informazioni sul comportamento dell’animale, e sulle sue intenzioni. Ovviamente, al di là dell’eccezionalità dell’evento, a questo punto ci si augura che possa presto lasciare il golfo di Trieste e dirigersi verso sud, in cerco di luoghi più consoni a una megattera.
Inutile anche ovviamente cercare le cause di questo avvistamento. Essendo solo la seconda megattera che viene a visitare l’Adriatico, è ovvio che stiamo parlando di pura casualità, ogni ipotesi come il riscaldamento globale o il cambiamento della biodiversità, in questo caso è solo azzardata e senza nessuna fondamento.
In ogni caso, se andate per mare e avvistate la balenottera, segnalata prontamente alle Capitanerie di Porto, e… ritenetevi molto fortunati.

La foto è tratta dal sito di Morigenos, dove ce ne sono molte altre, tutte molto belle.

giovedì 19 febbraio 2009

Spiaggiamenti tartarughe nel 2008

Abbiamo visto, la settimana scorsa, come è andato l’anno appena trascorso per quanto riguarda gli spiaggiamenti dei Cetacei sulle nostre coste. E abbiamo notato come, dopo un anno da record quale è stato il 2007, i numeri siano poi tornati alla normalità nell’anno scorso. Possiamo riprendere esattamente lo stesso discorso anche per le tartarughe marine. Anche se qui i numeri sono ben diversi.
Ricordo che per gli spiaggiamenti di Caretta caretta, l’unica specie presente in Adriatico, Fondazione Cetacea copre un territorio che a nord inizia in corrispondenza della foce del fiume Reno, escludendo quindi la provincia di Ferrara, e a sud arriva nelle Marche. I numeri, si diceva: nel 2007 le tartarughe ritrovate sulle nostre spiagge, vive o morte, erano state ben 147. Davvero tante e oltre la media annuale.
Nel 2008 gli esemplari recuperati da Fondazione Cetacea sono stati invece 87. Diciamo che pure essendo valori importanti, quando si sta sotto le 90-100 unità lo consideriamo un’annata buona. La distribuzione lungo la costa non è stata troppo uniforme, con ben 64 esemplari trovati sulla costa emiliano-romagnola, significa in pratica tre su quattro; gli altri (19) erano in territorio marchigiano, con due segnalazioni anche dal Molise e due dall’Abruzzo. Questa alta concentrazione in Romagna si spiega soprattutto, ed è una questione di correnti, con i numerosissimi arrivi nel ravennate. Sono state 44 infatti le tartarughe arrivate da quelle parti, in pratica la metà del totale.
Davvero interessante la distribuzione dei ritrovamenti durante l’anno. E’ vero infatti che il picco resta in estate, con 18 spiaggiamenti a luglio, ma si conferma quello che è ormai è un andamento consolidato da diversi anni, e cioè un sempre maggior numero di tartarughe che restano in Adriatico fino alla fine dell’autunno e all’inizio dell’inverno. Fra ottobre, novembre e dicembre infatti sono ben 29 le tartarughe ritrovate, pari a un terzo esatto del totale. E’ ormai evidente che la stagione delle tartarughe in Adriatico si è allungata di qualche mese rispetto al passato: effetto del riscaldamento?
Le dimensioni di questi esemplari sono molto variabili, anche se la maggiore concentrazione si registra attorno a individui di 50-60 centimetri di carapace, cioè i cosiddetti sub-adulti (le tartarughe di questa specie diventano adulte oltre i 70 centimetri di lunghezza del carapace). Non mancano nel conto totale piccoli individui di 20-30 centimetri, così come bestioni di 90-100 centimetri.
Fra tutte le tartarughe giunte quest’anno sulle nostre spiagge, solo otto erano ancora in vita. Una di queste trovata in maggio dentro al porto di Senigallia, è morta dopo poche ore, senza nemmeno avere la possibilità di ricevere le cure di urgenza. Le altre sette sono state tutte ricoverate all’Ospedale delle Tartarughe di Cetacea. Jack, esemplare trovato in condizioni pietose a Viserbella di Rimini in luglio, è morta dopo una notte, nonostante le cure. Un altro esemplare, altrettanto sfortunato, Hulk, era stato trovato a Lido di Volano (FE), sempre a luglio, ed è morto dopo cinque giorni in cui non aveva mostrato segnali di ripresa.
E’ andata meglio alle altre cinque, Lollo, Pami, Lella, Nicola e Francy che sono state curate e in diversi momenti riportate in mare per riprendere la loro vita selvatica.
Ora in questi momenti di relativa calma, tutti gli sforzi di Cetacea sono impegnati nella realizzazione del nuovo, grande e moderno Ospedale delle Tartarughe, che dovrà essere terminato per la prossima primavera, pronto ad accogliere nuove sfortunate tartarughe, con la speranza che possano trovare qua le cure e l’affetto necessari per tornare in salute e poi, definitivamente, in mare.

martedì 10 febbraio 2009

Cetacei spiaggiati nel 2008

E’ da poco iniziato il nuovo anno, e come al solito in questo periodo è tempo di consuntivi, anche per quanto riguarda gli animali ritrovati spiaggiati sulle nostre coste. Ricordo che Fondazione Cetacea riceve segnalazioni di spiaggiamenti su un’area che comprende tutto il territorio dell’Emilia-Romagna e delle Marche, e da qualche anno anche del Molise.
C’era la curiosità, o forse il timore, di vedere se il 2008 avrebbe confermato i numeri da record del’anno precedente. Nel 2007 infatti si erano registrati, e la spiegazione di ciò resta nel mistero, numeri davvero molto elevati sia di tartarughe marine che di Cetacei rinvenuti morti sulle nostre spiagge. Per questi ultimi parliamo di ben 17 tursiopi (Tursiops truncatus), un grampo (Grampus griseus), una balenottera comune (Balaenoptera physalus) oltre a 7 delfini non meglio identificati. Cifre davvero da record.
Come andato dunque il 2008? Bisogna dire subito che i numeri sono decisamente meno preoccupanti rispetto a quelli visti per il 2007. Abbiamo infatti di una totale di quattordici spiaggiamenti, assolutamente nella norma. Tutti gli esemplari ritrovati quest’anno appartengono alla specie più comune nelle nostre acque, il tursiope. Di questi spiaggiamenti, nove sono avvenuti sulle coste marchigiane, quattro su quelle romagnole e una segnalazione ci è giunta dal Molise (Termoli). Nelle Marche ci sono stati spiaggiamenti a Fiorenzuola di Focara, Fano, Senigallia, Marina di Montemarciano, Ancona (due), Porto Recanati, Porto Sant’Elpidio e San Benedetto del Tronto. La Romagna è stata toccata a San Mauro a Mare, a Lido di Classe e Punta Marina nel ravennate e a Cattolica.
Soltanto in pochissimi casi, spesso queste carcasse sono in condizioni davvero disastrose, è stato possibile stabilire il sesso degli esemplari. I cinque individui identificati comunque, erano quattro maschi e una femmina. Interessante la distribuzione delle dimensioni. Tre individui erano sotto ai due metri di lunghezza, il che indica esemplari davvero molto giovani. In un caso parliamo di un neonato di 128 centimetri trovato a Porto Recanati in luglio, il che conferma che in Adriatico le nascite avvengono in primavera inoltrata e prima estate. Ci sono poi due giovanissimi, rispettivamente di 163 e 190 centimetri. Il primo di questi due era l’unico esemplare ritrovato ancora molto fresco, tanto da far pensare a una morte avvenuta poche ore prima; si è spiaggiato a dicembre a Lido di Classe. Due infine gli animali davvero grandi, attorno ai tre metri di lunghezza, con il record dei 3,1 metri del delfino trovato a Senigallia in ottobre.
La distribuzione temporale di questi eventi ricalca quella tipica per le nostre acque, con una maggiore concentrazione nei mesi estivi. Se si esclude uno spiaggiamento a gennaio, fino a maggio non ce ne sono altri (si pensa che durante i mesi freddi questi animali si spostino più a sud). Poi l’andamento è abbastanza lineare, con due picchi relativi di tre esemplari ciascuno, a luglio e settembre.
Sebbene di questi esemplari si raccolgano sempre campioni biologici di grande interesse scientifico, preziosa in questo senso la collaborazione con la sede di Cesenatico dell’Università di Bologna, purtroppo non è quasi mai possibile risalire alle cause di morte, anche se le cause naturali restano sempre e comunque la prima ipotesi.

giovedì 5 febbraio 2009

E due

Oggi secondo delfino spiaggiato dell'anno, dopo quello della settimana scorsa. Anche questa volta era un tursiope, una femmina di 284 cm. Molto anziana, aveva i denti quasi completamente consumati dall'usura. La carcassa era relativamente fresca, dunque era morta da poco tempo. Causa di morte, con ogni probabilità, una polmonite. Però era in carne e con un bello strato di grasso, quindi mangiava regolarmente. Almeno fino a poco tempo prima della morte, perchè nello stomaco abbiamo trovato un grosso "gomitolo" di rete di nylon. Occupava praticamente tutto lo stomaco, che però non aveva grossi segni di sofferenza, dunque doveva averla ingerita recentemente. Era una retina molto sottile con maglie piccole, forse usata per piccola pesca. Indagheremo meglio.

lunedì 2 febbraio 2009

La ciliegina

La conferenza di sabato a Porto San Giorgio è andata molto bene. Grazie alla puntuale organizzazione di Christina e della Società Operaia, c'era gente e tutto è andato liscio. Io ho raccontato le mie storie, e sono piaciute e c'è stato anche un bel dibattito finale. Tutto bene dunque? Meglio ancora! Perchè stamattina ho trovato anche la ciliegina sulla torta, sotto forma di email:
"Caro signor Marco, sono Leonardo, il bambino che era alla sua conferenza per la presentazione del libro ’’Il mare che non ti aspetti’’. Quando me ne sono andato non sono riuscito a salutarla, così le scrivo per dirle che la sua presentazione è stata davvero molto molto interessante. Avrei anche due domande da farle:-Perché gli spiaggiamenti avvengono molto spesso nei pressi di Sirolo e Numana?-E:-Dato che ad un corso di biologia ho saputo che nell’Adriatico vivono anche gli squali bianchi, lei ne ha mai visto uno?- La saluto ringraziandola per aver tenuto la conferenza proprio qui a P.S. Giorgio. Da grande spero proprio di riuscir a far il suo stesso lavoro. Leonardo".