giovedì 19 marzo 2009

Ma te ne vuoi andare?

Ne abbiamo parlato pochi giorni fa, ma vale la pena tornarci sopra, non solo per l’eccezionalità dell’evento, ma anche perché ci sono delle novità. Sto parlando della megattera (Megaptera novaeangliae) che da ormai più di un mese staziona nelle acque del golfo di Trieste.
Ricapitoliamo brevemente. Questa specie di balenottera, è frequente in tutti gli oceani ma non vive in Mediterraneo, e dunque neanche in Adriatico, a maggior ragione. E’ solo il secondo esemplare avvistato nelle nostre acque, il primo fu fotografato e filmato al largo di Senigallia nell’agosto del 2002 dalla Fondazione Cetacea.
L’esemplare di questi giorni è stato avvistato per la prima volta il 16 di febbraio. Alcuni ricercatori sloveni lo seguirono per due giorni, documentando con abbondante materiale fotografico il loro lavoro. Nei giorni successivi ai primi avvistamenti, nonostante gli appelli lanciati su entrambe le coste dalle due istituzioni, l’animale sembrava sparito, poi dopo pochi giorni, ricominciarono gli avvistamenti, proseguiti per quasi due settimane.
La situazione per il povero animale stava diventando pesante. Frotte di curiosi andavano a vederlo ogni giorno, a volte letteralmente circondando il cetaceo con le barche. Il governo sloveno aveva posto il divieto di avvicinarsi oltre i 100 m, ma pochi lo rispettavano..
Poi la situazione sembrava cambiata martedì 3 marzo, quando c’è stato l’ultimo avvistamento in acque slovene, e l’animale fu visto dirigersi decisamente verso sud, in acque croate. La speranza era che finalmente avesse ritrovato la strada per uscire dall’Adriatico, dove di certo non ci sono le condizioni nè trofiche nè oceanografiche per un animale del genere.
Non è così purtroppo. Infatti da pochi giorni sono ricominciati i frequenti avvistamenti, ma non è affatto andata verso sud. Ora infatti si trova nelle acque di Grado, quindi più a nord e a ovest rispetto alla precedente area di segnalazione, nei pressi di Pirano.
Ma come sta dunque questo animale? Non bene a mio parere. Per quanto, almeno nei primi avvistamenti, sembrasse in buona salute, non magro, e capace di buone immersioni in apnea, la lunga durata della sua permanenza in nord Adriatico rappresenta come minimo un segnale non buono sul suo stato di salute. O forse, a lungo andare, la causa stessa dei suoi problemi. Questo non è il suo mare, non ci sono le profondità e nemmeno il suo cibo abituale. Per non parlare del continuo disturbo causato dai natanti dei curiosi.
Nonostante le segnalazioni di questi giorni, numerose anche a una semplice ricerca su internet, facciano riferimento a un animale che “sta bene”, nutro forti dubbi. Tra l’altro, pare addirittura che nella notte fra il 15 e il 16 marzo si sia non solo avvicinata moltissimo alla costa, ma che addirittura la Guardia Costiera sia intervenuta per “evitarne lo spiaggiamento”.
Il suo insistere nel puntare verso nord è un altro segnale davvero difficile da interpretare, ma di sicuro non rassicurante. Per la verità, essendo l’Adriatico esteso da sud-est a nord-ovest, il suo asse longitudinale “punta” geograficamente proprio verso il nord Atlantico. E se fosse proprio là che la megattera volesse andare? Le migrazioni di megattere in Atlantico sono un fenomeno noto e accertato, e questi animali si spostano alternativamente da sud a nord e viceversa. Perché allora non pensare che, una volta infilatasi per errore, o magari per curiosità, nello stretto di Gibilterra, e avere esplorato un po’ il Mediterraneo, non stia ora cercando di andare verso quell’oceano lontano, ma dalla via sbagliata? Non potrebbe essere che quello che sembrava un corridoio rivolto verso la direzione giusta si sia invece rivelato nient'altro che lo stretto cul de sac del nord Adriatico?
Chissà, tutto è possibile, ma una cosa è abbastanza certa, più tempo questo animale resta lassù, meno probabilità ha di uscire con le proprie forze. Non che si possa fare molto per aiutarla, comunque. Auguriamole buona fortuna.

lunedì 16 marzo 2009

Ho letto un libro...

Ho finito da poco di leggere un bel libro. Si chiama "Piano B 3.0" ed è di Lester Brown. Da Wikipedia "Lester Russell Brown è uno scrittore ed economista statunitense. Ha scritto oltre venti libri sui problemi ambientali globali. I suoi lavori sono stati tradotti in oltre 40 lingue. È stato il fondatore del Worldwatch Institute nonché fondatore e presidente del Earth Policy Institute, organizzazione di ricerca no profit di Washington, D.C.".
Il libro è un piano alternativo per salvare la civiltà, come dice il sottotitolo. Cioè, la nostra società si basa sul mercato e sull'economia. E' il nostro piano A, e sta fallendo. Ci vuole un Piano B. Il libro è stato tradotto in tantissime lingue (in italiano da uno dei gruppi di Beppe Grillo), ed è giudicato talmente importante che molte persone dopo averlo letto ne hanno comprato decine di copie da regalare agli amici e ai politici. Non solo, la sua diffusione è fondamentale al punto che lo si può leggere tranquillamente gratis su internet, a questo indirizzo: http://www.indipendenzaenergetica.it/grilliromani/
Che dire? Difficile riassumere qui cosa c'è lì dentro. E' il condensato di talmente tante pubblicazioni e documenti che ogni pagina ha dentro tante informazioni e riflessioni, impossibili da spiegare in breve.
Molto brevemente vi dirò che la prima parte del libro analizza la situazione in cui si trova la civilità umana. E ti fa venire voglia di piangere, prendere a testate un muro, o fare gesti inconsulti. Si parla di cambiamenti climatici, energia, emergenza idrica, malattie, desertificazione, deforestazione, distruzione degli ecosistemi, profughi ambientali, etc. Un quadro da paura.
La seconda è il Piano B, cioè le soluzioni. Alcune sono semplici, altre complicate ma illustrate (forse con una certa faciloneria), come se fossero semplici. Molti sono gli esempi davvero confortanti di tante cose che comunque si stanno già facendo.
Su tutto, un'unica costante. Bisogna fare presto!
Bisogna agire subito, bisogna cambiare il nostro modo di vivere e pensare. Magari cominciando dal leggere il libro.

lunedì 9 marzo 2009

Non sono sparito

No, non sono sparito. Nè sono partito per la Slovenia alla ricerca della fantomatica megattera. Sto "semplicemente" lavorando a un progettone per un bando europeo che scade venerdì prossimo, il 13.
E' un progetto da 1.800.000 euro, con 4 partner italiani, 2 greci, 3 spagnoli e 1 sloveno. Io sono il poveretto che, oltre ad avere elaborato il progetto, ora coordina tutto. Un incubo. Un mostro che da tre settimane ha divorato tutto il mio tempo lavorativo e in parte anche quello "privato".
E tutto ciò senza nessuna garanzia di successo, ovvio!
A presto dunque, con post più frequenti e meno stringati di questi. Dopo venerdì, ovviamente.

Aggiunta dell'ultima ora: la megattera a quanto pare, ormai da qualche giorno è partita verso sud, in acque croate dunque, e speriamo continui senza fermarsi, fino all'"uscita" dall'Adriatico.

martedì 3 marzo 2009

E' ancora là...

La megattera è ancora lassù, in nord Adriatico. Ho sentito anche stamattina la mia amica Darja Ribaric, che ha fondato l'associazione Vivamar, l'altra associazione, insieme a Morigenos, che si occupa di cetacei in acque slovene appunto. Darja è un'amica da anni, e di lei mi fido. E mi conferma purtroppo che le cose non vanno bene. Sembra che la megattera stia effettivamente mangiando, ma ogni volta che c'è tempo bello decine di barche escono a vederla e spesso la circondano completamente. Il governo sloveno ha ordinato di mantenere 100 m di distanza, ma sono pochi, e non tutti li rispettano.
La megattera è ormai là da quindici giorni, e a questo punto è ovvio che C'E' UN PROBLEMA. Dice Darja che l'animale sembra volere andare a nord, ma "non c'è più nord dove andare".
Deve essere disorientata e stressata, e la pressione della barche che la "braccano" di certo non aiuta. Ovviamente la risposta più ovvia, spingerla a sud, non è così facilmente praticabile, in mare aperto.
Comincio ad avere una certa voglia di andare a fare un salto...