mercoledì 27 maggio 2009

Se io fossi uno squalo

Se fossi uno squalo adesso nuoterei nel blu, incurante della pioggia, là sopra. Se fossi uno squalo ascolterei attento i miei sensi. Godrei dell'abbraccio di madre acqua. Scivolerei silenzioso e fluido nel suo ventre altrettanto fluido. Se fossi uno squalo godrei appagato della potenza dei miei muscoli, della perfezione delle mie forme, dell'acutezza del mio sentire.
Se io fossi uno squalo non conoscerei che il piacere o il dolore, l'avere o la privazione, la soddisfazione dei miei istinti o la spasmodica attesa che questo avvenga. Se fossi uno squalo non avrei bene o male, nè giusto o sbagliato. Avrei solo il vivere, o magari morire, prima o poi.
Se fossi uno squalo non avrei domande, e non cercherei risposte. Se fossi uno squalo, consapevole o no, farei parte del tutto, anzi io sarei il tutto. Non mi curerei delle creature che mangio, perchè così è stato e così sempre sarà. O dovrebbe essere. Se fossi uno squalo non saprei spiegarlo con concetti o suoni, ma sarei parte di un equilibrio, delicato, meraviglioso, sempre diverso eppure sempre uguale a se stesso. E lo saprei. Lo comprenderei e ne sarei compreso.
Se fossi uno squalo vedrei milioni di altri squali uccisi ogni anno da chi questo equilibrio sa spiegarlo ma non conservarlo. Vedrei milioni di squali sterminati da chi ritiene di essere sopra ad ogni equilibrio naturale. O da chi sceglie di ignorarlo, per cupidigia, stoltezza, brutalità, ignoranza.
Se fossi uno squalo non capirei quale specie possa permettersi di uccidere altri animali, prenderne delle piccole parti (come le pinne) e buttare via tutto il resto. E non capirei come possa farlo, non per necessità, ma per sfizio, per "tradizione".
Se fossi uno squalo sarei spaventato. Se fossi uno squalo sarei davvero incazzato.
Ma non sono uno squalo, per fortuna. Sono un uomo, e qualche volta mi vergogno.

martedì 19 maggio 2009

Partiti

Sabato scorso abbiamo inaugurato Adria.
Adria è il nostro “Centro di Recupero Animali marini e di Divulgazione sull’Adriatico”. In pratica è prima di tutto, il coronamento e la realizzazione di venti anni di lavoro. Dalla sua nascita, nel 1988, Cetacea si occupa di ricerca, di educazione ambientale e anche di recupero di tartarughe e delfini in difficoltà. Tutto con un unico comune denominatore: il nostro mare. Da sempre cerchiamo di trasmettere la ricchezza, l’importanza biologica e la fragilità del nostro ecosistema adriatico.
Ora abbiamo uno strumento in più. Adria infatti è uno spazio aperto a tutti, ad ingresso libero, e completamente dedicato al mare Adriatico e ai suoi abitanti. Un centro destinato anche alla fruizione da parte dei turisti e del grande pubblico, per informare e divulgare coscienza ambientale e rispetto per il nostro mare.
Uno sforzo e un impegno enorme che Cetacea ha portato a compimento con l’aiuto del Comune di Riccione, della Provincia di Rimini e di alcuni enti privati, fra quali spicca la Delicarta, grande sostenitrice di questo progetto. Il centro rimarrà aperto da sabato e per tutta l’estate, tutti i giorni, sempre a ingresso libero.
Sabato è stata una bella festa. Tanta gente è venuta a trovarci, tanti amici. Persone che non vedevamo da tanto e altri che sono con noi adesso in questa fase del nostro cammino. E' stata una giornata frenetica ma divertente, faticosa ma appagante. Ed è stata solo un primo passo. Adesso siamo aperti tutti i giorni, orgogliosi e contenti di quanto abbiamo fatto, ma timorosi, dal momento che è una assoluta novità. Vedremo. Noi abbiamo dato tutto, in ogni senso.

Intanto se ne comincia a parlare in giro. Ecco l'intervista di questa mattina a RadioMonteCarlo:

mercoledì 13 maggio 2009

Un artista del senso di colpa

Il quadro che vedete qui sotto, è fatto con 2,4 milioni di pezzi di plastica. Ogni ora 2,4 milioni di pounds (1 pound=453,6 grammi) di plastica finisce nei mari del mondo. Tutta la plastica usata nel quadro è stata "pescata" nell'oceano Pacifico.

Un particolare del quadro


Il quadro che vedete qui sotto, è fatto con 270.000 denti di squalo. Ogni giorno 270.000 squali vengono uccisi per le loro pinne.

Un particolare del quadro


Il quadro che vedete qui sotto rappresenta 25.000 tonni. Ogni 15 minuti 25.000 tonni vengono pescati nel mondo.


L'autore dei quadri fotografici si chiama Chris Jordan, il suo sito è www.chrisjordan.com

martedì 5 maggio 2009

P. e T. e le tartarughe

P. è una ragazzino delle scuole medie. E' in una delle classi in cui quest'anno ho proposto il progetto didattico sulle tartarughe marine. Il progetto è stato un successo, i ragazzi si sono entusiasmati e hanno partecipato davvero con molta passione. Alcune ragazzine sono poi venute qualche pomeriggio a fare volontariato con le tartarughe.
P. ha dei problemi. Problemi di famiglia, ma anche di possibili cattive compagnie e di comportamento. Non lo interessa molto la scuola, ma gli sono piaciuti gli incontri sulle tartarughe e soprattutto quello CON le tartarughe. Ha trovato finalmente qualcosa che lo interessa. Così le sue insegnanti mi hanno chiesto di fare un percorso insieme, da qui alla fine della scuola. Due volte alla settimana P. viene qui e si occupa delle nostre tartarughe.
Abbiamo già le nostre volontarie, ovviamente non avremmo bisogno di un aiuto in più, ma questo non conta.
Stamattina è venuto per la prima volta, con il suo educatore. Insieme a loro anche T., una ragazzina anche lei con problemi, diversi da quelli di P. Anche lei con la sua educatrice.
Si sono divertiti a ingozzare Sole, a provare a fare mangiare le altre tartarughe. Si sono bagnati, si sono sporcati le mani di pesce e di "acqua di tartarughe". Ma sono stati bene, e credo stiano aspettando già venerdì per tornare.
Chi l'ha detto che un Ospedale delle Tartarughe debba dare una mano solo alle tartarughe?