venerdì 17 luglio 2009

Tante, troppe tartarughe

Superlavoro in questi giorni, per l'Ospedale delle Tartarughe. Stanno arrivando tartarughe in difficoltà, l'una dietro l'altra.
Ai primi di giugno le uniche tartarughe presenti erano:
- Sole, con noi ormai da tre anni per una brutta frattura al cranio. Ora è in vasca di riabilitazione e pare andare tutto bene. Nei miei sogni, e nei miei piani, a settembre tornerà in mare.
- Leo: pescata al largo di Ancona, l'8 maggio, ha subito dimostrato di non avere grossi problemi. tornrà in mare il 30 giugno.
- Trilli: piccolina di due o tre anni è una di quelle giunte dal Centro di Manfredonia il primo aprile scorso, con lei c'era anche
- Levante: un po' più grande, è come Trilli in attesa di rlascio. Trilli tornerà in mare a fine luglio, Levante in agosto.
In più c'erano allora anche due grosse tartarughe, Cretaccio e Panda, liberate in mare il 20 giugno.

Ed ecco invece i nuovi arrivi:
- Rutger: arrivata il 3 giugno da Porto Potenza Picena, nelle Marche, aveva un enorme amo conficcato nell'esofago. E' stata operata il 6 giugno, e ora sta benissimo. Deve solo togliere i punti. Mangia avidamente e senza problemi
- Quasimodo: trovata il 13 giugno nelle acque di Numana, è il caso più strano che abbiamo ora. Ha una targhetta sulla zampa che riporta un codice del Centro Recupero di Napoli. Consultati, ci hanno detto che era stata rilasciata in perfetta salute, il 20 settembre 2008, da Gallipoli, in Puglia. Beh in quei dieci mesi in mare qualcosa le è successo. Quasimodo ha una grave infezione a un occhio e alle vie respiratorie, soprattutto le narici. Ma non è tutto. Il lato sinistro del carapace è schiacciato verso l'interno, come collassato. Sembra avere ricevuto un fortissimo colpo, ma... la TAC ha mostrato che non ha fratture. Com'è possibile? C'è di più, il polmone sinistro è andato. E collassato e fibroso e la tartaruga non lo usa più. Un bel grattacapo. Nonostante tutto Quasimodo non sembra stare malissimo, le abbiamo messo una fascia con un galleggiante (una bottiglietta di plastica) a sinistra, così bilancia meglio il corpo, che altrimenti è sbilanciato verso destra.
- Nicky: solo 25 cm di carapace, Nicky viene anche lei da Numana. Coperta di balani (crostacei che crescono sul guscio delle tartarughe), ne aveva anche sulle zampe. Ripulita da tutto con un bel bagno di acqua dolce, è già in splendida forma e deve solo ingrassare
- Esmeralda (nella foto): più piccola di Nicky, è solo 23 cm di carapace, e anche lei strapiena di balani, insieme a lepadi (altri crostacei incorstanti), cozze e alghe. Aveva balani anche sulla lingua. Magrissima, in due giorni è già in netta ripresa. E' arrivata il 15 luglio da Ravenna.
- Regina: una bella bestia di 62 cm di guscio, è stata pescata il 16 luglio, cioè ieri, al largo di Bellaria da un peschereccio che pescava a strascico. E' rimasta sotto tanto tempo, e sta davvero male. E' da ieri che continua a uscirle acqua dallo stomaco e dai polmoni (l'abbiamo messa all'asciutto e inclinata con la testa in avanti). E' in condizioni preoccupanti.
E oggi mentre scrivo queste righe, eccone un'altra, arriva da Fano dove si è spiaggiata. Non l'ho ancora vista ma mi hanno detto che è piccolissima e anche lei completamente ricoperta di balani.
L'Ospedale è davvero al completo ci stiamo arrangiando come possiamo. Speriamo non ne arrivino altre a breve.
Se volete venire a trovarle ricordate che il nostro centro Adria è aperto al pubblico gratuitamente tutti i giorni.

martedì 7 luglio 2009

Serial killer a chi?

Sabato scorso, il 4 luglio, è uscito su Repubblica un articolo dal titolo “Squalo il killer dell’oceano incastrato dai CSI”. Lo leggete qua per intero.
Che tristezza. Passa il tempo, ma non si avanza di un passo. Siamo ancora allo squalo assassino e feroce. Pur presentando i risultati di una ricerca scientifica, la voglia di sensazione e di esagerazione prevale sempre, e in maniera sconsiderata. Gia nel titolo la parola squalo è associata al termine killer.
Poi l’articolo è costruito nel solito modo. Articoli e documentari sugli squali, salvo rare eccezioni, seguono tutti lo stesso canovaccio. Prima la parte eclatante, cruenta, sangue e paura insomma, che fanno sempre presa. Poi alla fine, ma solo alla fine la redenzione: ma in realtà uccide per mangiare (che sorpresa!), gli attacchi all’uomo sono pochissimi (ma che c’entra poi?) e siamo più cattivi noi che li peschiamo e via di mielosità
Peccato che sia dimostrato che leggendo un articolo o guardando un documentario, la parte che resta impressa nella mente dei lettori/spettatori è sempre la prima. Quindi il recupero finale, non serve. E poi si sa che molti di quelli che leggono un articolo manco arrivano in fondo.
Vediamo comunque qualche brano dall’articolo.

Sostenere che il grande squalo bianco agisca con la spietata ferocia di un serial killer può sembrare un' ovvietà.

Ecco già un bel giudizio prima ancora del processo. Lo squalo e spietato e feroce, è ovvio (ma per chi?)

Secondo gli scienziati il pescecane […] non attacca qualsiasi cosa incontri, ma sceglie accuratamente le proprie prede

Ma chi “attacca qualunque cosa incontri”? Quale animale può essere così sconsiderato o aspirante suicida da buttarsi su tutto quello che trova?
Lo squalo è anche in grado di sfruttare l' esperienza acquisita durante i suoi precedenti attacchi, imparando a uccidere con più efficacia e meno dispendio di energia man mano che s' allunga la lista delle sue vittime, proprio come accadeva a Jack lo Squartatore o al mostro di Rostov.

E vai! Jack lo squartatore e il mostro di Rostov. I quali, tra l’altro uccidevano per sopravvivere, no? No, eh?

La foca deve essere giovane, e preferibilmente sola.

E’ ovvio. E non perchè lo squalo sia un maniaco feroce e magari stupratore, eh no. Una foca giovane è inesperta dunque indifesa. Una foca sola non ha la protezione e l’attenzione che deriva dal gruppo. Lo squalo no è morboso, ma non è neanche scemo.

Quando si fa sera e la luce comincia a calare, lui sferrerà l' attacco dal basso, non visto, investendola come un siluro e portando un primo, potente morso. Il resto è bassa macelleria.

Bassa macelleria? Un uccellino che mangia un verme vivo, è bassa macelleria anche questa? E il nostro gattino che stacca la testa al topo?

Dice Kim Rossno, professore di Giurisprudenza all' Università del Texas ed ex poliziotto, coinvolto anche lui nello studio sul comportamento "criminale" dello squalo: «Ha lo stesso scopo del serial killer, che è quello di trovare una preda e ucciderla […]”

Eh no caspita. NON HA LO STESSO SCOPO DEL SERIAL KILLER. Proprio no. Lo scopo dello squalo è mangiare per vivere. Non so perchè uccida un serial killer, ma probabilmente ne prova piacere. Nell’atto in sè. Non nella soddisfazione di un bisogno vitale come nutrirsi.

"Per meglio riuscire nel loro intento, si nascondono entrambi, fino al momento ideale dell' assalto. Come gli assassini seriali, gli squali agiscono da soli, sono cacciatori solitari".

E vai così, che da questa similitudine non se ne esce più.

Ma per non correre il rischio di antropoformizzare un comportamento naturale, bisognerebbe stilare anche le differenze tra uno squalo e un omicida plurimo.

Troppo tardi. Lo hai già fatto, dall’inizio alla fine, senza tregua, senza speranza. Tutto quello che segue non conta più, è fuori tempo massimo.

Più di dieci anni fa si parlava di questi messaggi negativi. Dell’impostazione sbagliata data a quasi tutte le comunicazioni, scritte o parlate che siano, quando si parla di squali. Siamo ancora lì, non siamo andati avanti di un metro. Anzi no, qualcosa è cambiato. Rispetto a dieci anni fa ci sono molti ma molti meno squali… Sterminiamo i serial killer!

mercoledì 1 luglio 2009

Il successo di Adria

E’ passato appena un mese e mezzo da quando abbiamo inaugurato (il 16 maggio scorso) Adria, il Centro di Recupero Animali Marini e di Divulgazione sull’Adriatico della Fondazione Cetacea, ed ora a Riccione è già sulla bocca di tutti. Senza nessun tipo di “lancio pubblicitario”, e solo con locandine che da alcuni giorni stiamo (fat
icosamente) negli stabilimenti balneari di Riccione, Adria è un successo.
Dalla sua apertura già oltre 6500 persone sono entrate a visitare il centro, aperto a tutti e completamente dedicato al mare Adriatico e ai suoi abitanti, nato per informare e divulgare coscienza ambientale e rispetto per il nostro mare. Una struttura unica nel suo genere, e che Fondazione Cetacea, a costo di enormi sacrifici ha voluto e vuole fortemente mantenere ad ingresso gratuito.
E così moltissime famiglie, e davvero tanti e tanti bambini sono venuti e vengono ogni giorno a trovare le tartarughe pazienti dell’Ospedale, a vedere i documentari proiettati nella saletta video, a vistare le mostre dedicate agli abitanti e alle caratteristiche del nostro Adriatico, a giocare e imparare con i laboratori a loro dedicati.
Adria sta diventando in poco tempo una grande attrazione dell’estate 2009 di Riccione, un’attrazione che basa le sue fondamenta solo su messaggi positivi: rispetto dell’ambiente, tutela del mare e dei suoi abitanti, sensibilizzazione, educazione.
Inoltre venerdì 26 giugno è stata inaugurata alla esterno della struttura la grande Balena. Si chiama Matu Maloa (da un racconto di Stefano Benni) è lunga venti metri ed è stata realizzata completamente di rami di ciliegio e nocciolo (all’insegna del biodegradabile) è stata costruita interamente dall’architetto Manolo Benvenuti. La struttura è cava e diventerà teatro di eventi e manifestazioni. Venerdì scorso per esempio ha ospitato tanti bimbi per la manifestazione “Le Fiabe del Mare”: letture di fiabe e leggende ispirate al mare, per bambini dai 4 ai 90 anni. Il 30 luglio sarà la volta dello spettacolo teatrale “Nel ventre della Balena”.
Ora ci auguriamo che amministrazioni e imprenditori locali si rendano conto di quale strumento per il turismo e per lo sviluppo del territorio, sia sorto praticamente dal nulla, e dunque ci diano una mano, con contributi concreti, a mantenere Adria vivo e aperto liberamente al pubblico.

IL RITORNO A CASA DI CRETACCIO E PANDA
Intanto, sabato 27 giugno abbiamo fatto la prima liberazione di tartarughe, dell'anno. Due esemplari di Tartaruga marina comune (Caretta caretta), dopo la convalescenza passata nelle vasche dell’ospedale delle Tartarughe marine del Centro ADRIA della Fondazione Cetacea, sono ritornate in mare.
I due animali erano stati catturati con delle reti a strascico nei pressi di Manfredonia la scorsa primavera ed erano giunti - dal centro di recupero di Manfredonia allora sovraffollato – a Riccione per completare la loro degenza.
Anche in questo caso, grande assalto di pubblico e applausi per tutti. Qui potete vedere il servizio televisivo sull'evento.