lunedì 28 gennaio 2013

La pesca europea in numeri

Un mio articolo pubblicato su Mare Mag.

Diamo i numeri sulla pesca europea
E’ stato pubblicato, proprio pochi giorni fa, il report sulla pesca professionale negli stati membri della Comunità Europea. Il dossier si chiama “Facts and Figures on the Common Fisheries Policy” e quel facts and figures sta proprio a significare che si tratta essenzialmente di una presentazione di dati. Sono oltre ... Leggi il resto...

venerdì 25 gennaio 2013

Petrolio in Adriatico: la notizia non c'è

Sarà che c'è la campagna elettorale, sarà che siamo in inverno e il mare interessa di meno. Sarà che abbiamo fatto il callo alle brutte notizie, ma a me pare che la notizia dello sversamento di petrolio in Adriatico di tre giorni fa, sia passata davvero inosservata.
Le voci contro la continua violenza delle trivellazioni in mare, e in particolare in Adriatico, sono tante, ma restano inascoltate perché nulla possono contro gli interessi delle compagnie petrolifere che guadagnano su un bene che è di tutti, ma gli utili sono solo loro. E la politica italiana lascia fare, anzi li favorisce con il pagamento di royalties bassissime.
E così siamo in attesa, quasi inevitabile, che prima o poi succeda il disastro, uno vero, enorme, che in un mare poco esteso come l'Adriatico sarebbe la morte definitiva.
Stavolta è andata bene: la piattaforma Rospo Mare, fra Termoli e Vasto, ha lasciato uscire 1000 litri di petrolio. La chiazza si è estesa molto, ci sono foto di gabbiani sporchi di petrolio, e non saranno gli unici animali ad averne risentito, ma almeno (per ora) il parco delle Tremiti non è stato toccato. Ci consoliamo con poco, anche se le conseguenze sull'ambiente e gli organismi marini non sono direttamente valutabili, e speriamo siano limitate.

Leggetevi quello che dice la D'Orsogna, storica combattente contro le trivellazioni in mare, e auguriamoci che non succeda più.

La foto è della Stazione Ornitologica Abruzzese ONLUS

martedì 22 gennaio 2013

Diamo un voto alla salute degli Oceani

Un mio articolo pubblicato su Mare Mag.

Come stanno gli Oceani?
Durante la scorsa estate ha fatto molto discutere la pubblicazione di un articolo, sul numero del 30 agosto della prestigiosa rivista Nature, che parlava dell’Ocean Health Index, in pratica, l’Indice di Salute degli Oceani. L’articolo era ... Leggi il resto...

lunedì 21 gennaio 2013

Il primo vagito di Mare Mag

E' nata ieri sera, non senza qualche difficoltà, la nuova rivista online, completamente dedicata al mare, Mare Mag
E' neonata, e quindi piccola e abbastanza vuota, per ora. Ma crescerà, i contributi scritti stanno già arrivando, e molti ci hanno già scritto per chiedere di collaborare, fra cui anche persone che leggono regolarmente questo blog.
Essendo un magazine online, è destinato, "condannato" a crescere. Man mano che aggiungeremo articoli, si riempirà sempre più di contributi, notizie e approfondimenti, i quali saranno sempre lì, a disposizione di tutti.
Il bello delle riviste online, rispetto a quelle cartacee, è proprio che ogni articolo è sempre, nel tempo, a disposizione di chi lo cerca, o di chi lo trova per caso. Lo puoi leggere oggi, o fra un anno. Non andrà a finire in un cassetto, o nel bidone della raccolta differenziata della carta.
Mare Mag dunque vi aspetta, andate a trovarlo spesso, lo troverete sempre più grande e interessante. E' piccolo, ma crescerà in fretta.

A proposito, il primo articolo pubblicato su Mare Mag, è mio. Si intitola "I delfini e le spugne", e inizia così:
"I delfini di Monkey Mia, una spiaggia dell’Australia occidentale, sono famosi sia perché sono diventati, col tempo, avvezzi alla presenza dell’uomo, sia perché hanno rivelato il primo esempio di utilizzo di strumenti, nei Cetacei. Infatti..." continua a leggere.

giovedì 17 gennaio 2013

La Voce del Mare


A marzo del 2011 nasceva la rivista on-line Scienze-Naturali.it. Era, ed è, un'iniziativa di un gruppo di giovani, diversi dei quali ancora studenti. Io lessi una loro richiesta di ricerca di collaboratori e decisi di dare una mano scrivendo diversi articoli (allora, e tuttora, a titolo gratuito).

Ho visto crescere quella rivista a poco a poco fino a diventare quello che è oggi: un magazine con migliaia di lettori e con oltre 23.000 appassionati che la seguono su Facebook

Era da tempo che pensavo di realizzare una rivista on-line dedicata al mare, e la collaborazione con questi ragazzi, la loro passione e voglia di fare, mi hanno dato finalmente la possibilità di concretizzare questa idea. In realtà il grosso del lavoro è loro, io faccio più o meno da... chioccia (acquatica naturalmente), e ovviamente da redattore.

Ecco dunque Mare Mag. La Voce del Mare. L'inaugurazione è prevista per domenica 20 gennaio all'indirizzo www.maremag.it. Parleremo di biodiversità, oceanografia, conservazione, news, approfondimenti, ricerche, scoperte, letture e curiosità.

MareMag nasce come magazine indipendente. Non chiederemo finanziamenti pubblici (anche se prima o poi probabilmente la registreremo al Tribunale) e non ospiteremo nemmeno pubblicità. Le persone che collaboreranno lo faranno in maniera volontaria. Puntiamo a contenuti di qualità, e Mare Mag sarà anche un luogo di formazione in cui i redattori si metteranno in gioco e alla prova, ottenendo in cambio visibilità, e possibilità di esprimersi.

Anche voi, che state leggendo, se e quando vorrete aiutarci con contributi e articoli, le porte sono sempre aperte. Ci darete passione e contenuti, e noi visibilità e lettori appassionati. Scrivete a direzionemm[at]gmail.com se volete proporvi. Mettetevi in gioco!

In ogni caso, speriamo di avervi tra i nostri lettori.

A presto, su Mare Mag.

giovedì 10 gennaio 2013

Orche intrappolate nel ghiaccio

Sta succedendo di nuovo.
Vi ricordate la storia delle tre balene grige intrappolate nel ghiaccio a nord dell'Alaska, nel 1988? Quelle del film "Qualcosa di straordinario". Io ne ho parlato nel mio libro "Jack il delfino e altre storie di mare", dedicando un capitolo intero a questa vicenda che ha appassionato il mondo.

Bene, sta succedendo una cosa simile, nel Quebec settentrionale, in Canada. Stavolta non sono tre balene grigie ma 12 orche. Respirano attraverso un buco nel ghiaccio che loro stesse contribuiscono a mantenere aperte, rompendo la superficie dell'acqua, appunto per respirare.
Sono lì da lunedì scorso. Il DFO, Dipartimeno della Pesca e degli Oceani (Department of Fisheries and Oceans) canadese è inondato di telefonate, ma non si sta facendo praticamente nulla. A quanto pare non ci sono navi rompi-ghiaccio nelle vicinanze. E questa sarebbe l'unica soluzione, dal momento che le orche sono separate dalle acque aperte da ben 25 chilometri di ghiaccio.

Il DFO dichiara di essere molto preoccupato per la situazione, ma non sanno quali decisioni prendere. Fare arrivare una rompi-ghiaccio da lontano costerebbe molto, e il Dipartimento dice che non ha soldi, visti i recenti tagli del governo canadese. E forse non arriverebbe nemmeno in tempo.
La notizia sta facendo il giro del mondo, ma non sembrano esserci soluzioni.

Ore 18:00: Ultim'ora!! Pare che le orche siano libere. La notizia è di due ore fa. Sembra che, con la luna nuova la corrente sia cambiata e abbia aperto una via nel ghiaccio dal quale le orche sono uscite!


lunedì 7 gennaio 2013

... sta per nascere Mare Mag


Ecco un'idea che coltivavo da tempo, e che finalmente ha trovato le persone giuste, il tempo, e insomma, il suo momento, per svilupparsi e... nascere.
Realizzata insieme agli amici di Scienze-Naturali.it, una nuova rivista online, tutta dedicata al Pianeta Blu. Parleremo di mare, mare e ancora mare: biodiversità, oceanografia, conservazione, news, approfondimenti, ricerche, scoperte, letture e curiosità.
Siete pronti a tuffarvi?
Fra pochi giorni l'inaugurazione. E se volete collaborare, scrivete a: info[at]scienze-naturali.it


sabato 5 gennaio 2013

La finta marcia indietro sui cambiamenti climatici

Il prossimo report dell'IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change), cioè il gruppo di esperti internazionali che studiano e ci informano su tutto quanto è correlato ai cambiamenti climatici, è previsto per settembre 2013. L'ultimo era stato pubblicato nel 2007, e dunque l'attesa è comprensibilmente alta.
Ci saranno novità, rispetto a quanto previsto quasi 6 anni prima? E, visto che sarà quasi sicuramente così (la scienza è in continua evoluzione, quella che studia i fattori climatici ancora di più), saranno buone o cattive?

L'attesa dei risultati è, come dicevo, talmente alta che qualcosa, in rete, ovviamente, è già trapelato. E' stato infatti pubblicato online, il 13 dicembre scorso, senza autorizzazione, una prima bozza di lavoro del report. Il "colpevole" è Alec Rawls, un blogger americano. L'IPCC non l'ha presa bene, e invita a prendere con cautela le conclusioni di quella bozza, perché appunto si tratta di un work in progress.

La pubblicazione di quel draft ha scosso l'ambiente scientifico e ha fatto il giro del mondo. Perchè? Perchè conterrebbe alcuni "passi indietro" dell'IPCC riguardo a i cambiamenti climatici, che hanno ovviamente dato forza e vigore a tutti gli scettici che non credono nel riscaldamento globale, o almeno non credono che questo sia causato dall'uomo.
Quali sarebbero questi punti? Li leggo su New Scientist del 22 dicembre:
- la relazione tra le attività del Sole e i cambiamenti climatici sulla Terra sarebbero maggiori di quanto precedentemente considerato;
- nel 2007 si diceva che il fatto che il pianeta sarebbe stato colpito da più intensi fenomeni di siccità, era "probabile". Ora invece si afferma che i dati e le statistiche per "misurare" le siccità sono inaffidabili, e si citano lavori recenti che mostrano una diminuzione della durata e dell'intensità delle siccità;
- nel 2007 si parlava anche dei cicloni tropicali, affermando come fosse "probabile" un loro trend in aumento, dal 1970 a oggi. Il nuovo report dice invece che, sebbene l'intensità media dei cicloni tropicali sia destinata ad aumentare nei prossimi anni, i dati che mostravano il trend in aumento non sono poi così sicuri, e dunque non è detto che questo stia effettivamente avvenendo;
- è molto improbabile che la circolazione globale degli oceani e la corrente del Golfo collassino nei prossimi secoli. Nel 2007 si diceva che è "troppo presto per saperlo".

Insomma, tiriamo un sospiro di sollievo? E' tutto a posto col clima? Gli scettici avevano ragione? In realtà  e direi ovviamente, assolutamente no. Tutto ciò dimostra quanto chi si occupa di scienza sa già bene, e cioè che la risposte della scienza non sono mai definitive, ma le migliori possibili in base agli studi condotti e ai dati disponibili. Le conoscenze cambiano e si evolvono, si raffinano.

E infatti, e purtroppo, il report dell'IPCC, o almeno questa bozza troppo preventivamente "filtrata", non contiene solo più o meno deboli marce indietro. L'IPCC dice anche che gli ultimi 30, sono stati gli anni più caldi degli ultimi 800. Scopre che l'effetto "raffreddante", dovuto alla schermature che le sostanze inquinanti e le polveri che buttiamo in atmosfera, è meno efficace (del 40%!) di quanto si pensasse. Ci avvisa ancora che "una grande parte dei cambiamenti climatici è ormai irreversibile, sulla scala temporale umana".
E infine, mostra tutta la sua preoccupazione per gli scioglimento dei ghiacci artici. Come avrete letto (per esempio qui), l'estate del 2012 ha rappresentato il record assoluto. Domenica 16 settembre 2012 il ghiaccio sul mare del circolo glaciale artico, copriva solo il 24% della superficie totale dell'Oceano Artico (qui l'immagine dal satellite). Il precedente record era del 2007, con un valore del 29%. Secondo l'IPCC, nel 2100 ci sarà la prima estate di scioglimento totale dei ghiacci dell'Artico. Alcuni climatologi, più pessimisti, ritengono che questo avverrà addirittura nel 2050. Walt Meier, del National Snow and Ice Data Center, dice che "L'Artico è il condizionatore della Terra. Non si tratta solo dell'estinzione degli orsi polari o delle popolazioni di nativi che dovranno adattarsi a condizioni di vita molto differenti (cosa che stanno già iniziando a fare). Ci saranno effetti sul clima molto grandi".

Letture:
- Michael Marshall and Fred Pearce. Sceptics misuse leaked IPCC report. New Scientist, 22.12.12. Vol. 216 (2986/2987), pag. 8
- Blue Alert. New Scientist, 22.12.12. Vol. 216 (2986/2987), pag. 20